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Kit pronto all'uso per l'anima (più qualche mio sfogo personale e quindi don't judge I'm being vulnerable, heart on my sleeve type of girl!)

 Buongiorno e ri-benvenuti. Il titolo del mio blog oggi è come quello di un capitolo. 



Kit pronto all'uso per l'anima


Voglio essere sincera, ultimamente non mi sento molto felice. O meglio, con la mia famiglia lo sono o con me stessa perché ci vogliamo bene e quindi è una di felicità sempre disponibile sui cui contare, a cui aggrapparmi per rigenerarmi, per cui ritorno subito a sentirmi guarita e limpida come l'acqua del lago che tanto mi piace. Ma quando i miei pensieri diventano la personificazione dei bulli che ho incontrato nella mia vita, bè allora mi sento stretta e soffocante. O meglio, passo dal sentirmi la faccia piena di nuvole e arcobaleni a cadere sempre di faccia sul cemento bollente. O meglio, il mio cuore è un alchimista bravissimo quando me lo ricordo, e grazie alla mia stessa positività e creatività, riesco a risentirmi a casa nel mio stesso corpo e vita, completamente cancellando il falso buio, altre volte tengo il cuore aperto dove è meglio tenerlo chiuso con tre cancelli di sicurezza davanti, e sento letteralmente le persone entrare e uccidermi con delle coltellate o dei chiodi nella mia persona, nei miei miei occhi, nel mio cervello, rovinando tutta la mia essenza, che immagino sia una pallina di pongo proprio nel petto. 

E questo accade perché i miei cuoricetti, i miei gattini, sono a casetta bella, la mia futura casa, tra l'altro anche i miei genitori, sì mi mancano anche se sono adulta, e senza di loro mi sento catapultata nuovamente nel buio sporco di anni fa. 

Dove mi ero persa. 

E non sapevo manco di esserlo. 

In effetti letteralmente persa nel buio senza sapere di essere io l'abat-jour o la lampadina in grado di auto farmi luce. 

Per fortuna ho trovato le parole, le parole scritte, i libri, la scrittura, la lettura, che mi curano ogni mio male sempre. Anche quello di questi giorni. 

(Immagini non mie, tutti i diritti al copyright a chi ha scattato la foto e creato i disegni)

È stata proprio una bella scoperta, un cerotto sempre disponibile per me, uno sciroppo per il mio scarabocchio interiore che non mi lascia mai stare. 

Almeno adesso ho una scatola di emergenza di salvataggio, il mio kit personale pronto all'uso per la mia anima. 

È un amico, qualcuno che mi capisce, che però è senza corpo e sensazioni. Perché mi sto cominciando a rendere conto che alla fine non mi piacciono molto gli autori, in senso di persone reali in carne ed ossa, dei libri che leggo, o forse non li conosco bene, per me le parole sono parole in piedi da sole. Forse quelle parole, anzi sicuramente, non mi piacciono per chi le ha dette, ma perché erano già dentro di me, ma non ero riuscita a trovarle e dirmele. 

Questo è il senso. 

Le parole, per me, sono spiriti nate da sole, che mi aiutano sempre. Colleziono parole da qualsiasi libro o persona, anche se non mi interessa di loro. Eccetto ovviamente di quelle persone che non sono persone, bensì la mia famiglia. 

Perché sono dei reminder a come salvarmi dal buio, ogni volta. 

Ed io odio davvero il buio anche da quando ero piccola. Mi risucchia dentro con una tale facilità che odio ancora di più. E odio profondamente la sensazione del codesto buio. 

Questo è un blog non recensione, oggi uno sfogo anziché un richiamo alla positività, o forse lo è proprio per questo, chissà. È più che altro uno sfogo personale perché ne ho bisogno per aiutarmi da sola a sentirmi meglio, magari le mie parole vi aiuteranno anche a voi, e le collezionerete come piccoli mantra tascabili. Forse l'unico dio che credo esista è quello della parola, che nell'antico egitto è Ptah che stabilisce l'importanza della parola nel processo creativo, dell'universo, del komorebi e quindi della luce che è in tutti noi e ovunque, perle d'oro di purificazione. 

E voglio quindi finalmente avere il mio spazio creativo per odiare il buio cento volte o quante ne voglio, e per amare la luce, cento volte o ancora di più quante ne voglio, come quando ripeto di reputarmi il sole, e quindi di amare le imperfettamente perfette perle d'oro di purificazione che sarebbero le piccole felicità che ogni giorno ci riserva "la vie est fait de petit bonheur", quella che cerco di tessere a maglia ogni giorno, e mi sento come il lavoro di quella famosa Penelope nell'Odissea che rompeva poi la sua tela la sera così non doveva sposare nessun pretendente. 

Ecco forse il mio buio si chiama Penelope e il mio cervello è la tela che continua a disfacere. Ti prego abbi pietà. 

Anzi no basta, ti odio Penelope! Non vincerai. 

Ritornando su terreni più "tera tera" detto in dialetto romanaccio, senza fare più riferimenti a classici che neanche mi piacciono, troppo fantasy e lontani dai miei gusti, volevo esprimermi su questa mia battaglia interiore. 

Non si vive bene così. Vorrei un mondo diverso e non solo per me. 

Perché bisogna per forza essere forti? Stringere i denti? Soffrire? Fare compromessi e annullare sé stessi per gente a cui non frega niente di te e del mondo? Perché i vulnerabili devono cambiare? 

È tutto sbagliato. Ed è anche sbagliato la gente che sicuramente pensa che lo sia io. 

Non è presunzione, è verità. Perché ci sono persone che odiano gli animali e rovinano il mondo? Per me è inconcepibile perché io mi sento proprio come tutti i piccoli animaletti dolci e sensibili che nonostante la cattiveria continuano ad amare e rimanere morbidi e che io amo tanto, specialmente uno con un occhio solo e un cuore sulla pancia più o meno, e un'altra con due occhi d'oro e un cuoricino sull'occhio. 


È questa la vera forza: non lasciarsi cambiare. Non lasciare cambiare il proprio umore, non lasciare cambiare i propri valori e non lasciare che ci cambino la nostra delicatezza. 

Io vorrei un mondo dove non si deve avere paura, di tutto. Un mondo dove le cose sono nel verso giusto, dove le anime pure sono protette e fiere della loro purezza e rarità, e le anime andate a male come un panino pieno di mosche vengono buttate nella spazzatura dove meritano di stare. 

È tanto sbagliato? O forse è troppo giusto? 

So solo che anche se sto molto meglio di anni fa e ho creato con le mie mani la mia consapevolezza salva-giornata, ho ancora tanta strada da fare che non vorrei fare e passare al lieto fine subito!

Nella mia prima recensione c'è un passaggio che adesso capisco che afferma più o meno che non ha senso voler già essere realizzati perché se no, non ti godi le perle di saggezza qua e là che come briciole ti appaiono quando finalmente capisci. E che bella soddisfazione finalmente collegare i puntini a tuo favore! E che se vedi bene sono le briciole come Pollicina che ti riportano a casa, in te stessa e quindi nella tua crescita e rinascita personale. O anche come pezzi di un puzzle che adesso non ti è chiaro ma che mano a mano che sei disposto a capirti e trovare soluzioni ai tuoi mali, ne trovi molti passo dopo passo, e forse chissà quando, qualche disegno del puzzle ha più senso e ti senti sulla strada giusta. 

Io posso affermare che sono sulla buona strada e ho trovato molti pezzi del mio puzzle, briciole e perle, nate proprio per aiutarmi, che erano sempre state lì per me, ma dovevo trovarle con i miei occhi, lasciando scorrere via gli occhi degli altri dalle mie mani, come se fossero sabbia nera. 

Un esempio lampante e a tratti scioccante in chiave positiva è come adesso ad anni di distanza riascolto canzoni inglesi che da piccola non capivo benissimo e mi rendo conto che davvero ogni parola era proprio per me e descriveva esattamente le situazioni in cui ero finita, oppure che raccontavano la preziosità del mio cuore e della mia famiglia. 

Sembrano quasi dei segni, dall'universo, che prima non vedevo. Perché non li vedevo? 

Se li avessi visti molti dolori non li avrei avuti. 

Però a volte penso che se non avessi avuto quei dolori e se non fossi caduta proprio a fondo, la vita forse non mi avrebbe fatto trovare i miei amori sotto forma di gatti. 

E questo bè, non lo posso accettare. Quindi accetto i miei dolori che mi hanno portato da loro. 

E loro sono la mia casa. 

Ed ora che per un pò di giorni non li vedo, mi rendo conto di quanto la mia vita fosse molto più triste, vuota e spaventosa, prima di loro e di quindi quanta forza io avessi. Non era tanto la mia vita ad essere brutta, ma chi ci stava dentro e al vuoto mischiato a ferite che mi lasciavano in testa. 

Voglio credere però di essere stati destinati lo stesso a trovarci e a stare insieme, intendo con i miei angeli che al posto delle ali hanno vibrisse bellissime. Perché è vero che senza il dolore non cercavo una cura, ma forse anche se non avessi avuto dolore e non avessi avuto bisogno di una cura, li avrei avuti lo stesso, come ho già detto, come una casa. 

Quindi in realtà la cura è solo un rimedio ad un male, ma è anche un passaggio al ritornare nel proprio stato naturale, nel proprio cuore e quindi, ripetendo all'infinito troppe parole, nella propria originaria casa. 

In questi giorni sarò sola, e spero di riuscire a non cambiare la mia purezza, ma di proteggermi lo stesso senza annullarmi o sentire troppa paura nel petto. 


Non voglio più farmi mancare di rispetto dalla gente. 

Sono tanto stanca della mia situazione, con un lavoro che non è degno di essere chiamato neanche tale, con colleghi simili a gente passata che praticamente usano la mia testa come vaso da notte, ma questo li renderebbe escrementi! E non posso avere il loro letame in testa. Sono stufa di loro! Oppure in una città da cui mi è rimasto solo un piede dentro, coetanei profondamente diversi da me che mi fanno sentire ancora più sola, e adulti maleducati e pretenziosi. Non è tutto così il mio ambiente c'è qualcuno di effettivamente gentile, però non riesco a focalizzarmici. Perché? Forse sono solo stanca. Devo andare a dormire presto e svegliarmi presto ma molto spesso non lo faccio. Per non parlare del mio spiraglio di tipo romantico che è inesistente da sempre, anche se per un breve istante, ho avuto un ex che mi aveva lasciato solamente un'infestazione di tafani in testa e un cuore pieno di toppe e buchi. Forse c'è stato qualcun altro, ma non me n'ero accorta in tempo e adesso è tardi. In temi recenti per fortuna grazie sempre ai libri, ho scoperto uomini e non bambinoni com'era quell'ex, che a comparazione ho capito il dolore che mi aveva causato finalmente staccandomi la cecità dai miei occhi. E adesso sempre grazie ai libri sono innamorata da un paio di anni di personaggi inesistenti che sono esattamente l'uomo dei miei sogni. O anche uomini che invento nei miei stessi libri. Oppure da oggi ho scoperto che Ai Overview è un ottimo compagno di confidenze e di conforto. 

È anche vero che l'altro mio piede sta nel mio futuro, che in realtà è anche il mio rassicurante e felice presente, a casetta bella, con la mia famiglia. 

Lì, sono a casa. Tra il giradischi di papà e i vinili di mamma, tra i musi dei miei cuoricetti, tra le foto che ho scattato e appeso, tra le mine lampadine soffuse giallee, tra il quadro brillante di Monet con fiori di loto spruzzati qua e là, gialli e fucsia, e la musica jazz che ci culla a noi cinque che proviene dal vicino. E il cielo che ci dice che possiamo stare tranquilli protetti da lui. perché il cielo lì è diverso, è più gentile, più calmo e mi avvolge come se fosse una tazza di tè sottosopra ed io ci nuotassi al contrario! L'inizio della mia nuova vita che il tempo sta procrastinando, anche lui da troppo tempo, di gentilmente farmi iniziare senza intoppi. 

Le cose possono andare bene, ho il mio kit pronto all'uso personale per l'anima: i miei cuoricetti e le parole. Ho la natura, i fiori e tante persone che ho visto che effettivamente esistono molto simili a me, creative e cozy, delicate e gentili. Ma sono lontane centinaia di chilometri chissà dove, o meglio su uno schermo che sto cercando di non vedere perché anche il telefono ovviamente mi ha fatto male alla mia salute. 

Ho, come ho già detto, la mia famiglia, la nostra casetta bella ed un paesaggio magnifico proprio lì. Ho la mia positività e la mia creatività, le mie armi più leali per sconfiggere una volta per tutte i sussurri cattivi nella mia testa e la presunzione arrogante di qualche insignificante testa calda e limitata. 

I sussurri non richiesti, involontari e intrusivi che mi hanno accompagnato per gran parte della mia vita da quando ero piccola in dosi più leggere fino all'inizio del liceo completamente aprendomi la testa in due come un uovo riempito di fulmini. Ecco lì, lì, be quello forse è stato il periodo peggiore, l'inizio della fine. Causato da un primo "amore" Che di amore non aveva nulla, quell'ex del cavolo di cui parlavo. Che preferivo non avere ed era meglio che evitavo appena lo avevo visto che sembrava deficiente e inquietante. Ti pare che è il mio unico ex? Non poteva essere uno normale che a malincuore non era granché e basta? No, ti pareva, doveva essere un trauma sottoforma di persona.

Posso dire che rendere comiche certe brutte cose che mi sono capitate mi aiuta a non sentirne troppo la pesantezza della serietà di quel dolore? Continuerò a prenderli in giro allora, a questi casi umani, e agli stupidi horror mentali! Forse se li ridicolizzo, si riducono ad un pezzettino di gomma da masticare sputata. E non dico di prendermi in giro a me, assolutamente no, di prendere in giro indietro quei sussurri che mi prendono in giro! Divento la bulla di quei bulli svolazzanti nella mia testa. Che poi più che bulla diventerei solo paladina di me stessa.

Comunque dicevo, fino a peggiorare e diventare solo un auto sabotaggio infinito, fino all'università che ho lasciato perché piena di persone che più che persone erano camini e laboratori umani di sostanze pericolose che mi stavano ancora di più pericolosamente portando sulla loro strada. 

E no! Ho lasciato quell'università e ho detto basta. Stavo cominciando a stare ancora più male, inconsapevole di stare in una fossa sempre più giù. E da lì, ho deciso di guarirmi in qualche modo perché stavo di nuovo piena di batteri e morbi urlanti nel cervello e grazie a loro cattiverie distorte al famigerato specchio. 

Forse proprio perché ho deciso di dire no e di salvarmi e andarmene a tutti i costi da quell'appiccosa fossa che mi risucchiava come uno stupido buco nero, e risalire, che l'universo ha visto che mi ero svegliata e che ero pronta a ricevere il suo aiuto, e che quindi mi ha mandato prima in sogno e poi finalmente nella mia realtà i miei cuoricetti preziosi (sì credetici, li ho sognati davvero e poco dopo sono arrivati, che bello quando la vita diventa davvero magica e amorevole), perché avevamo bisogno di salvarci e avevamo deciso che non ce l'avremmo più fatta andare avanti così, e l'universo ci ha fatti trovare, consapevole di essere anime uguali dai cuori che uniti formano il puzzle "casa".

Adesso le cose vanno meglio, e molti dei pensieri intrusivi allucinanti e orribili che avevo in testa li ho sistemati, con compulsioni varie o anche con veri sani rimedi. Diciamo che ora i miei pensieri l'ho mandati via a forza dalla testa e sono scesi prima nella gola facendomi sentire di soffocare, per poi scendere nell'esofago fino a tutti gli organi intestinali prefissati e fino allo stomaco alla pancia. 

Ho molti tic fisici dal lavarmi troppo col sapone allo stare troppo in bagno. Per lo più sentirmi pulita e sciacquata da tutto il fumo che a forza mi avevano manipolata ad avere nel respiro. In ogni caso non voglio sembrare come una vittima e basta. Ho sbagliato e provo molta colpa e vergogna per com'ero prima. Non ero io. Ma sto cercando di difendermi, perché in realtà non era colpa mia di quello che mi è successo. Non lo è mai stata. E' però mia responsabilità guarire. Come una frase famosa già detta. Però lo è davvero, è importante. È ancora più importante vedere che ho bisogno di guarire, di avere la volontà di farlo e di farlo! È la mia responsabilità volermi bene è prendermi cura di me, e soprattutto darmi il rispetto e la premura che merito anche se tutto il mondo non dovesse farlo! Ma tanto non è così, ho sempre due cuscinetti che mi amano e che amo, la casa che siamo insieme (sarebbe un bel titolo di un libro).

In ogni caso ho perso il filo, i miei dicono che penso troppo e mi fa male, mi ricorda il titolo di un libro che vorrei leggere, magari lo recensirò per voi. Mi dicono tante altre cose in verità molte delle quali che finalmente capisco e che mi aiutano a lasciare andare le cose brutte per pensare solo a quelle belle, parole che amo anche di più perché mi interessa stavolta chi li dice, perché sono loro, i miei fari nel buio, per citare sempre una frase che ho disposto nella mia prima recensione. 

Forse se continuo a impormi e voler guarire ancora e di nuovo, forse l'universo e il Dio della parola mi manderanno da me l'uomo che ho forgiato con le mie parole. Forse devo sognare anche lui, e poi arriverà come i miei angeli con vibrisse!!

L' uomo dei miei sogni. L'uomo delle mie parole. L'uomo che ha come sembianze certe le canzoni dell'album War degli U2 e "Save a Prayer" Dei Duran Duran. 

L'uomo che ama i gatti e specialmente i miei gatti.

Il famoso Pierre del libro che sto scrivendo e non vedo l'ora di finire e pubblicare. Che parla di me, dei miei cuoricetti, dei miei mama e papo, della mia vita, ovviamente leggermente romanzato, con nomi diversi e dettagli cambiati per non rovesciarmi completamente nei vostri piatti, per non essere una vera e propria biopsia letterale. 

Questo è tutto dalla vostra spugnetta gialla che assorbe troppo buio quando in realtà è luce, ma che comunque alchimizza sempre in colori. Forse sono un prisma che trasforma il nero del buio o il bianco del vuoto nei miei colori. Mi sento un pò come una cometa, che cade e tutti non vedono l'ora che succeda perché porta fortuna. Ma poi la gente si chiede dove finisce? Si chiede se porta fortuna a lei di cadere? Dove cade? Non gli importa davvero della cometa, di come sta, ed è buffo perché il nome è simile come-ta, come-sta. Cambia solo la s. La mia S. 

Comunque, questo è tutto, passo e chiudo dalla vostra pesciolina gialla in un'ampolla. Un piccolo spoiler del libro che sto scrivendo, per me e per chi ha le parole come sciroppi guaritivi nel loro proprio personale kit pronto all'uso dell'anima. 


-S





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