Potrebbe essere un buon titolo di un libro.
E se lo scrivessi proprio qui?
Ecco a voi "Cercasi anima buona" Di Amalia Sophie, io.
A Pisi, Piso, Luna e Melo e a me stessa.
Siete i miei amori più grandi, per sempre.
Dedicato a chi si sente troppo solo, con un cuore pieno di cerotti ma che sa ancora commuoversi e che sa sempre amare ancora.
Prologo
Mi sento amata solo con la mia famiglia: due piccolini batuffoli di amore baffuti e due genitori che faticano tanto per mantenere tutto saldo. E con me stessa, un barattolo di luce, che a volte si impantana nel buio.
Lo so, a ventidue anni forse è strano rinchiudersi ancora nella propria bolla di neve. Quella che si compra a Natale e si mette sul davanzale, che si gira al contrario per far cadere i fiocchi bianchi, per poi rigirarla e vedere la magia cadere giù come pallini.
Ma solo qui mi sento al sicuro e bene.
Appena vedo all'orizzonte qualcosa che mi fa stare stretta, mi innervosisco o divento triste, una tristezza che mi porta a fondo.
Tutto inizia da un brutto pensiero che mi viene durante la notte. Ho letto su internet che sia il modo del proprio cervello di buttare fuori pensieri rifiuti.
Una sorta di lavatrice di passaggi neuronali che mi sporca anziché pulire.
Però poi io li sento come se avessi un bullo nella testa, qualcuno che vuole farmi male, che vuole trattare male le cose che amo. Davvero, è come non essere più padroni di sé, ma di essere invece rapita da non si sa chi, con tanto di scotch sulla bocca, impossibilitata di difendersi. E tutto succede da dentro di me. Come se ci fosse qualcun'altro nella mia mente oltre a quella che sono. Lo auguro ai miei nemici, sì, glielo augurerei. Un male atroce ogni volta.
Sarà perché sin da piccola avevo dei bulli. Bambini ragazzini e poi neo adulti che sembravano divertirsi un pò troppo a trattarmi male.
Ed è andata avanti questa cosa per anni. Non so perché dovevo averli sempre incollati addosso. Come delle sanguisughe indesiderate.
In ogni caso mi sono entrati in testa. Proprio come dei fulmini. E con la mia famiglia spariscono completamente. Ma a volte ritornano e litigo con loro e mi sento orribile dopo. Come se fossi stata sotto un incantesimo malvagio e successivamente l'effetto svanisce e ritorno ai miei sensi e mi rendo conto della rabbia insensata che avevo provato, inutile e inopportuna.
Sono come le sabbie mobili, questi pensieri. Anziché affannare ad uscirne, devo ignorarli e salire facilmente. Perché se no ti prendono sempre di più a fondo e non puoi più libertarti.
Il problema era che anni fa avevo paura di essere cattiva e che davvero pensassi sul serio quelle cose io. Che fossi davvero quel coso stronzo nella mia testa. Ma per fortuna non è così. Gli vado contro. Mi fa schifo.
Comunque sono qui perché ho deciso, disperatamente, di usare la mia abilità di scrittura per conoscere finalmente qualche anima buona, affine a me e alla mia bolla di neve.
Sono disperata e non mi interessa più quello che si dice che chi è disperato emana brutte energie e non attrae chi vuole. Perché la società e l'umanità schifa chi sta male? Io credo in un amore che scende nel buio e rimane seduto lì con te, aspettando con pazienza che il tuo brutto momento finisca, per poi aiutarti a uscire da quel nero. Che ti capisca perché ha passato lo stesso buio e quindi non sei più sola.
A piccoli passi, ti dà la scala che non riuscivi a creare per risalire da quel pozzo. E magari come ciliegina sulla torta ti bacia, da gran bell'uomo protettore che è, decidendo di voler passare il resto della sua e della tua vita con te in quella bolla di neve ben provvista di batuffolini baffuti amorosi che sono anche loro altrettanti ciliegine sulla torta, sotto forma di figli felini.
E inoltre dopo averti vista così, ti ama ancora di più per la resilienza e la solitudine del tuo dolore. Perché sto cominciando a capire che chi è raro soffre di più.
Una pietra d'oro in un mare di plastica.
Ed io, anche se sto cominciando a riconoscere i miei difetti, riconosco anche il mio più grande pregio adesso: sapere di essere così autentica da essere sempre vista diversa e di conseguenza di sentirmi io sempre sola.
Sono un quadrifoglio in un infinito prato di trifogli. Oppure un hibiscus naturalmente giallo in un campo di rose finte tinte rosse.
Ho per fortuna con me altri quattro quadrifogli, i miei salva cuore, e davvero se leggi questo foglio attaccato ad un albero, e se anche tu ti senti capito da queste parole,
Allora trovami, quadrifoglio o hibiscus.
Che non ti riesco a trovare.

Spero che il tuo futuro marito si palesi al più presto e che insieme possiate vivere una vita fantastica
RispondiEliminaGrazie Pisi❤❤🌺🌺
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