Gomitolo, Ciliegia, me stessa e i miei genitori, sono il mio oro in un mondo bianco e nero.
Ed è bellissimo rendermene conto.
Vorrei solamente un altro pezzo.
A volte ho dei pensieri che dicono che non mi bastano. Che sono cattiva.
E mi si stringe il cuore perché non è vero.
Io so di essere buona e desidero solamente trovare la mia dolce metà. Una nuova aggiunta per la nostra famiglia.
Lo desidero da sempre. Sin da quando ero piccola.
Il sentimento è cresciuto e ultimamente mi sento felicemente sbloccata.
Vedo tanti uomini in giro che mi fanno concentrare lo sguardo su di loro e gustarmi ogni cosa che vedo.
Un pò come i miei gatti quando fanno la caccia grossa alle lucertole.
In ogni caso sogno spesso un amore completo, che mi accarezza, che mi ama come merito, come voglio.
Un amore che si traduce in ogni aspetto che sia emotivo, sentimentale, affettivo, protettivo e anche fisico.
Comincio a guarire dall'ultimo punto che ho detto.
Comunque oggi è lunedì.
Mi sento piena zeppa di troppi pensieri.
Si azzuffano nel mio cervello come se fosse una casa di un collezionista di oggetti affetto dall'hoarding disorder.
Mi guardo allo specchio. Ho una quercia al posto dei capelli che sono in grado di sistemare solo con un pettine e una passata di phon rapida.
Mi metto all'opera.
Comincio dalle prime ciocche davanti e lascio quelle dietro lisce. Vado avanti per qualche minuto, finché la mia stanchezza mi dice stop.
La piega non è perfetta ma per il momento sta venendo bene. Qualche boccolo decorativo che mi incornicia il viso e una frangetta che brilla come Ciliegia.
Dietro invece non li sistemo molto. Non ci arrivo. Un pò come gli alberi di Natale su cui vengono appollaiati ordinatamente palline colorate e glitter e invece sulla sua schiena di foglie verdi ci si mette il nulla, tanto non la vede nessuno.
Invece i miei capelli dietro le mie spalle li vedono tutti, ma tanto io no, quindi non è un mio problema.
Mi sento le pile scariche, infatti mi fa male il collo, come se fossero lì.
Gomitolo arriva a darmi un bacio con la testa, come lo chiamo io perché spinge tutto il suo capo addosso alle mie gambe e lo amo ancora di più. Ricambio con una bella carezza spalmata sulla sua dolce testolina per poi prenderlo in braccio e mescolare il mio viso sul suo pelo.
Oggi sa di farina! Questo piccoletto mi stupisce sempre. È bellissimo e non c'è un gatto più bello di lui e di Ciliegia al mondo!
Corro in camera felicemente ricaricata, Gomitolo sa sempre quando ho bisogno di essere tirata su e mi metto il vestito che mi ha preso mia mamma, uno dei miei preferiti.
Ha le maniche che si allargano sempre di più donandomi l'aspetto di Maria Merryweather di Moonacre, una protagonista con dei vestiti che ho sempre sognato di mettermi, che fa parte di un film che adoro altrettanto, e all'altezza del collo delle aperture a forma di gocce con un fiocco che mi rendono lo stile più sofisticato e sbarazzina. Ciliegina sulla torta: una pettinatura di due cipolle ben fatte in testa come Pucca del cartone animato sudcoreano con l'omonimo titolo e appunto proprio Ciliegia che arriva verso di me con i suoi grandi occhi a intimarmi di giocare.
È proprio bella. La prendo in braccio, piccolina com'è e il suo profumo più dolciastro di Gomitolo mi fa sorridere all'istante.
Lo dico sempre, lui è un pane, lei una marmellata.
Ci mettiamo a giocare per pochi minuti anche se vorrei di più, io con un filo giallo che le tiro e lei con le sue unghie che usa per prenderlo. Il momento in cui le sue pupille diventano quasi nere è il più bello per me.
Si muovono velocemente e sembrano due biglie piene di galassie.
Comunque a malincuore, altrimenti arrivo in ritardo, le do un bacio felice e ritorno in bagno per vedere se sono pronta, afferrò la borsa e cerco il più possibile di non cadere nell'incantesimo dei miei due gattini.
Mi guardano con i loro occhioni e non voglio più uscire.
Ma invece devo andare a lavorare, quindi gli stampo baci veloci sulla loro fronte morbida.
Li accarezzo ben due volte ad ognuno per tranquillizzare la mia mente.
E poi chiudo la porta al volo. Giro due volte le chiavi e mi ricordo di non controllare perché è chiusa.
Lascerò la vocina nella mia testa arrabbiata perché la porta è chiusa e ogni suo "se non lo fosse" è falso e basta.
Ogni volta che esco mi si spezza il cuore a lasciarli così. Come se pensassero che li abbandono ogni volta. Spero si consolino pensando che io stia andando a cacciare del cibo per tutti noi.
Che poi sono vegetariana. Ma spero pensino che vado a cacciare lo stesso per loro. Così si rincuoreranno almeno un pochino.
Afferro le altre chiavi, quelle della macchina.
E parto.
Guidare per me è una goduria. Taglio il vento con la mia velocità anche se per sicurezza rallento.
Pigio sui tasti della radio della mia vecchia macchina, che amo lo stesso, e inserisco la prima per poi la seconda e la terza marcia.
La canzone che parte è una melodia dolce e moderna mescolata ad un'arpa, che sento spesso alla radio e che io associo ai miei micetti.
Sorrido scaldata da quelle note mentre la strada scorre dietro di me.
*
Un altro giorno di lavoro che passo al computer.
Qualche scartoffia da compilare e poi una piccolo tour sotto nelle catacombe.
Mi piace conoscere nuove lingue e modi di fare delle persone. Mi fa sentire che il mio sogno non è perso in qualche cassetto dell'universo, però davvero, possibile che di mille persone che vengono qui a visitare il posto ogni giorno, non mi capiti mai una botta di fortuna?
Mi sento davvero dimenticata e demoralizzata come un soprammobile sul servant.
Ho fatto di tutto, app di incontri inutili, uscite mondane per presentazioni di libri, capitare per caso davanti qualche ragazzo carino ed evitare come la peste quelli che so ormai con certezza essere dei freschi e nuovi traumi ambulanti pronti per me...
Perché vedo coetanei essere già fidanzati o fidanzarsi come un non nulla ed io niente?
Mi sento come quando da bambina giocavo al gioco delle sedie, in cui bisogna sbrigarsi a prendere la prima sedia e sedersi.
E mi ritrovo sempre senza sedia.
Mentre tutti hanno la propria.
L'unico momento romantico che ho avuto è stato con una montagna russa vivente.
Che mi portava quasi a toccare le stelle per poi lasciarmi spiaccicare completamente sul cemento.
Bollita e tremante.
Con un cuore fracassato che ha fatto il capitombolo.
E la cosa peggiore, ero ignara al suo trattamento. Era vestito come il mio sogno ed è stato l'incubo che neanche sapevo di dover avere.
Io vedevo solo le stelle. Ma non quelle vere.
Quelle che girano intorno alla testa come nei cartoni nei Looney Tunes dopo una caduta o uno stordimento.
Forse è per questo che ora ho sempre paura di tutto?
E faccio sempre incubi la notte?
E mi incolpo sempre? Perché il mio errore più grande era credere che fossero stelle vere le sue.
Mi sono sbucciata l'anima.
Possibile che mi sto ancora riprendendo e saranno passati cosa, tipo sei anni?
Come prima relazione ho cominciato malissimo.
Dopo la prima caduta ci si rialza?
Lo schermo del pc è pieno di
rrrwiwiwowoowowoloooffttttnnjwiowwopapooiiuytt
e neanche me ne sono accorta.
Rimuginare su Nicolò, mi intrappola nella mia mente.
Cancello tutte le lettere disordinate e senza senso.
Una rappresentazione perfetta dei miei neuroni acciaccati e proseguo a compilare file e documenti di lavoro.
Pensare a lui è scavarmi la fossa.
Tanto è andato avanti con una bionda che doveva essere anche mia amica, troppo truccata come se avesse della vernice in faccia, un corpo ridotto alle ossa e della cenere nei polmoni. Un pò come ero io con lui.
Quando arriva il mio salvatore?
Stamattina è difficile rimanere presente nella realtà. Il tempo è spento e il cielo è grigio.
Menomale che esistono i miei batuffoli di baffi.
Loro mi staccano completamente dal mio passato burrascoso.
Digito qualche altra scartoffia digitale, invio un'email al mio responsabile e poi dovrebbe partire il tour.
Prenderò la cassetta registrata per spiegare le catacombe ad un gruppo di cinque coreani.
Ripensando ai volantini, chissà se funzioneranno.
*
Cammino fuori dal bagno dopo esserci stata, così durante il tour non ci devo andare, e all'improvviso una falena bianca e beige si posa sulla mia mano.
È piccola e sembra ricoperta di polvere di neve.
Con un pò di macchie sulle ali che la imbruniscono.
Mi ricorda me.
*
Apro la macchina. Accendo la radio e il motore.
Guardo per l'ultima volta per oggi, il silenzio immobile e calmante dei cipressi e ritorno a casa.
Percorrere la strada mi rilassa e non vedo l'ora di passare per la via del bosco che incornicia l'asfalto e me che ci passo sopra con le ruote.
Scrivo ai miei genitori che per oggi ho finito e che sto ritornando.
E non vedo l'ora di ritornare dai miei amorini.
Ciao mamma, sto ritornando a casaaaaa
Brava piccoletta!!
Ti aspettiamo noi quattro più un piatto invitante di pasta al burro e parmigiano come ti piace a te e una puntata di Dexter!
Vi voglio tanto bene!! Siete il mio paradiso.
Scusate quando mi innervosisco. In realtà sono triste del lavoro e di altre cose che non c'entrano mai con voi. Vi voglio davvero tanto bene e voglio sempre farvelo sapere!
Il nervosismo è cattivo, lo odio!
Tranquilla figlia mia. Succede anche a me e anche a papà. Non sei cattiva, sei solo stanca. E anche noi lo siamo.
Adesso sbrigati a venire che voglio vederti mangiare tutta la pasta che ti ho preparato!!
Menomale che esistete♡
Anche tu♡
Arrivo tra pocoo
A dopo amorinii♡
♡
È un momento perfetto.
Il freddo mi colora le guance di rosso, che passa dalle finestre che lascio aperte per un pò di vento.
L'oro che passa dagli alberi colora questa giornata immobile e grigia proprio come la mia famiglia che mi scalda il cuore a volte infreddolito.
Questo è il mio momento preferito di ogni mia giornata, arrivare a casa e fiondarmi sui miei micini come se fossero dei cuscini morbidosi.
Fargli tante coccole e riposare vicini grazie alla presenza confortante che ci diamo a vicenda.
<<Sono a casa!!>>
Mi aprono e mamma ha Ciliegia in braccio e papà Gomitolo.
Sono bellissimi e se potessi me li tatuerei sul cuore per custodirli sempre con me.
<<Ciao Rosetta!>>
Papà mi saluta e mi levo il cappotto.
<<Vi vanno un pò di popcorn? Oppure gli S'more americani che mi hai detto tu Rosetta? Cerca la ricetta e li facciamo.>>
Squilla mia mamma, sembra più rilassata anche se un pò stanca.
<<Sì!! Ti aiuto subito a cucinare. Ormai voglio imparare!! Mi metto al volo il pigiama e ritorno.>>
Salgo su. Prendo il pigiama, lo metto, e mi fiondo in cucina. Mai stata così veloce prima. Perché è da tanto che voglio assaggiare questo dolcetto che sento sempre nei telefilm.
<<Sono pronta!>>
Mi metto il grembiule da cucina più per decorazione che per utilità e cominciamo.
Per i popcorn prendiamo i piccoli chicchi di mais soffiati e li aggiungiamo nella padella.
<<Ricordati l'olio prima, Rosetta.>>
Posiziono un filo d'olio sulla superficie della pentola e poi aggiungo i chicchi di mais.
Piano piano cominciano già a scoppiettare. Mia mamma prende un coperchio così che non esplodano ovunque per la cucina.
<<Fa un pò caldo. Posso aprire un'anticchia la finestra?>>
Le chiedo. I vetri sono appannati dal calore dei fornelli e sembra esserci una nebbia fuori. Mi sento rilassata. Come se fossi in quella bolla di neve e stessi guardando fuori dall'interno.
<<Va bene, ma per poco che lo sai che sono freddolosa.>>
Apro la finestra quanto basta per non far uscire i nostri micini. Perché appena vedono il giardino si sentono giustamente entusiasmati di uscire a divertirsi.
Nel frattempo riforno alla pentola. Il coperchio permette alla cucina di non diventare una guerra di mais e vedo i chicchi diventare delle nuvolette gonfie e candide di pura bontà salata!
Perfetta come spuntino davanti alla nostra serie tv preferita.
Mettiamo i pop corn nei contenitori prefissati e ci mettiamo a fare i famosi S'mores.
<<Prendiamo l'occorrente!>>
<<Va bene mamma. Marshmallow bianchi, ci sono! Biscotti, sì! E infine cioccolato! C'è anche lui!>>
<<Perfetto Rosetta!>>
Ci guardiamo contente, i nostri stomaci felicemente pronti. Ormai abbiamo la stessa fame di dolcetti e cose salate gustose!
<<Hai visto come si fa?>>
Mi chiede, vedendo i suoi occhi cominciare a brillare. Più passa il tempo più sto diventando come mia mamma. O forse lo ero già, doveva solo venire alla luce quella che sono veramente. Amiamo leggere i libri tutte e due ed io vorrei diventare una scrittrice e adesso ho anche la sua stessa fame praticamente tutto il giorno che riesce all'istante a farmi passare brutte ondate di brutti pensieri!
<<Sì! Su questo sito c'è scritto che bisogna disporre su un foglio di carta forno tre biscotti riempiti di quadratini di cioccolato. Poi aggiungere i marshmallow e metterli sulla teglia nel forno a 180° per due minuti. Estrarre la teglia e mettere un altro biscotto sopra i tre per far sì che la farcitura morbida si sciolga ancora di più grazie alla pressione del biscotto sopra i primi. Proprio come un panino ma dolce!!>>
Mamma recepisce e ci mettiamo all'opera. Dopo all'incirca pochissimi minuti è pronto.
Con i guanti rossi di Natale apre il forno ed esce fuori un profumino che farebbe sbavare a chiunque!
Il vapore scorre lento insieme al cioccolato sciolto mescolato al marshmallow morbido.
<<È il momento della verità!>>
Esclama mio padre incuriosito.
Assaggiamo tutti e tre all'unisono. È tutto così dolce, e la puntina di amaro che sento nel cioccolato fondente si sposa alla perfezione con la morbida nuvola in bocca dei marshmallow che mi si scioglie letteralmente sulla lingua. Per non parlare della croccantezza dei biscotti! Mi sento come il topo di Ratatouille quando assaggia diversi sapori insieme e vede colori diversi! Sento la vita tramite la sinestesia.
Mi piace quando stiamo bene insieme e non permetto alle voci in testa di farmi venire fuori nuove paure del tutto infondate.
Ho sempre l'ansia di questo momento.
Ho paura che mia mamma o mio padre mi dicano qualcosa che il mio tarlo in testa mi possa far interpretare come cattivo da parte loro.
Come se fossero come i bulli che ho conosciuto.
Sinceramente penso che soffro ancora di problemi dovuti alla ciminiera che avevo come ragazzo.
Nel senso che mi aveva convinta a fumare anche a me, le cose peggiori.
E secondo me da allora continuo a soffrire di allucinazioni e paranoie che non passano a volte.
Non pensiamoci più.
Ho smesso e ho i polmoni sicuramente nuovamente rosa. Proprio come il mio nome.
E poi in questo momento, ho lo stomaco pieno di dolcetti deliziosissimi.
Posso spegnere il cervello.
<<Vai piccoletta. Adesso andiamo di là. Gli Asmore erano buonissimi!! Prendi i contenitori pieni di poppi corni>>
<<No papo, si chiamano S'mores.>>
Gli spiego gentilmente.
<<Okay, giusto! Comunque sono buoni.>>
E il termine poppi corni è corretto, ci divertiamo a chiamarli così. Papà afferra uno dei contenitori per sé e per mamma e alla fine prende il suo.
<<Ci credete che non vedevo l'ora di vedere Dexter oggi? Mi rilassa dopo il lavoro che non vuole davvero finire!>>
Ci confessa papà stremato, espirando tutta l'aria che forse per tutta la giornata si era accartocciata dentro i suoi polmoni senza possibilità di uscita.
<<Pensa quando sarai tra poco in pensione e ti vedrai Dexter. Che combo no?>>
Gli dico raggiante.
<<Non me ne parlare!>>
Si vede che brama finalmente di potersi rilassare. Questi anni l'hanno sfinito. Comincio a capirlo dopo manco un anno che ho un lavoro insoddisfacente e ad intermittenza stimolante.
Ci posizioniamo quindi con la puntata ad un clic di distanza e arrivano Gomitolo che si posiziona sopra mamma e Ciliegia sopra di me.
Mi diventano sempre gli occhi lucidi quando lei comincia a fare la pasta sopra la coperta che ricopre le mie gambe.
Mi calma all'istante.
Come se sapesse che la mia mente stava per ritornare uno scarabocchio da cui non so mai uscire velocemente.
Mi guariscono sempre.
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